TORNEO CAVALLERESCO “CASTEL CLEMENTINO”

Rievocazione Storica(1450)
11-18 Agosto 2002

Nel 1450 l’Abate di Farfa cedette alla Comunità di Servigliano la Piana di San Gualtiero. Per festeggiare l’avvenimento furono indetti giochi. Dal 1969 questo momento storico viene fatto rivivere nel fine settimana della terza domenica di agosto, con il Torneo Cavalleresco di Castel Clementino, rievocazione storica in costume del XV secolo. Il corteo con oltre 500 figuranti propone un’escursione unica ed affascinante nella storia del costume italiano. Gli stupendi abiti, realizzati dalle sartorie locali, sono riproduzioni fedelissime dei modelli tratti dai dipinti dei maestri dell¹epoca, quali il Crivelli, il Ghirlandaio ed altri. Dopo il sontuoso corteggio e lo spettacolo degli sbandieratori, la manifestazione propone la Giostra dell’anello fra i rioni di Porta Santo Spirito, Paese Vecchio, San Marco, Porta Navarra e Porta Marina. Per saperne di più sui ristoranti Servigliano, segui questo link.

  • SI PARTE: PRIMA EDIZIONE
  • LA PERGAMENA DEL 1450
  • TRENT’ANNI DI SUCCESSI
  • I CINQUE RIONI
  • ALFIERI E MUSICI IN TOURNEE
  • LA GIOSTRA ANNO PER ANNO
  • GLI ARTISTI DEL PALIO

Ente Torneo Cavalleresco
Piazza Roma,1 -63029 SERVIGLIANO

IL BANDO

Genti festosamente accorse al nuovo castello, mirabilmente eretto per accogliere quanti abbandonarono le dirute case del fatiscente Servigliano vecchio, sito a monte, ascoltate: i consiglieri di quest’alma città, col consenso delli priori di Fermo e del vicario del Magnifico Comitato Fermano, invitano oggi tutto il contado a celebrare ad onore della Santa ed Individua Trinità dell’Evangelista San Marco, nostro almo patrono, il torneo cavalleresco di Castel Clementino. Popolo! Sia noto a tutti che il Consiglio ha decretato doversi questa magnifica comunità appellare con il novello nome di Castel Clementino in onore di sua Santità il nostro Munificentissimo Sovrano Clemente XIV per Divina Provvidenza Papa. I priori, col sopramentovato torneo, vogliono eziandio tributare un degno ricordo a li Cavalieri della Serenissima Repubblica di Venezia, li quali, tornati nella propria patria, dopo aver valorosamente combattuto contro il Saracino nemico di Nostra Santa Religione e del Nome di Cristo, appellarono col nome di San Marco questa terra, onde surse poscia il Castel di Servigliano. Terra di S.Marco, sorgi! Mostra la tua prodezza e il tuo valore! Mentre con onore gli ardimentosi cavalieri si cimenteranno nella giostra dell’anello per la conquista del Palio. Il popolo tutto con dignitosa condotta assista, senza recare veruna molestia, a li prodi competitori e a li cavalli.

A Servigliano

un festoso corteo c’è sempre, tutti i giorni dell’anno, ed è quello della bellezza della Valle del Tenna, con le dolci colline e gli antichi paesi a far da figuranti, resi ogni volta principeschi dai verdi broccati delle campagne e dall’oro delle mura illuminate dal sole. L’ineguagliata armonia del paesaggio marchigiano, mitemente fatto di terra lavorata con secolare pazienza e di campanili in cima alle alture, eccelle soprattutto qui, nel Fermano, fra il Chienti e l’Aso, in un’ampia area dove sembra che la natura e la storia si siano messe d’accordo per fondere insieme le virtù dell’equilibrio, della coerenza e della fierezza. Appena più a nord è diverso: troppo languore. E diverso è appena più a sud: troppa asprezza. Trovandosi alle soglie degli Appennini, Servigliano ha il diritto di proclamarsi capitale estrema, ossia di confine, di questa patria del bello, e tiene fede a tale titolo esibendo le stupende linee neoclassiche del suo disegno urbanistico, tanto che a vederlo così dissimile dalle strutture medioevali dei paesi vicini lo si crede prodigiosamente piovuto dal cielo.

In tale contesto, il Torneo Cavalleresco di Castel Clementino assume un significato che lo differenzia da manifestazioni analoghe in ogni parte d’Italia e lo rende in qualche modo unico, perché esso non è una momentanea eccezione rispetto al normale grigiore delle quotidianità ma è il sigillo che attesta una stabile consuetudine con l’eleganza e la grazia.

Giancarlo Liuti
Giornalista

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